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fino a un anno

Tecniche base di nuoto per il bambino

Prime nozioni di nuoto

Insegnare al piccolo le tecniche base di nuoto è il primo passo per allenare il prossimo Filippo Magnini. Puoi cominciare a insegnare le basi del nuoto al tuo piccolino già a 6 mesi. Dovrai solo rinfrescargli la memoria, in fondo ha trascorso 9 mesi in una sacca piena di liquido nella pancia della mamma e ha quindi un istinto da nuotatore già sviluppato.

Nuotare è l’ideale per il tuo piccolo perché può dargli quel senso di indipendenza che probabilmente non ha ancora mai provato. In acqua i piccolini sono leggeri e possono muovere braccia e gambe a piacimento senza paura di cadere. Insegnare a nuotare al bebè è anche un ottimo modo di rafforzare quel legame che vi unisce. Puoi aspettare fino ai 4 anni per le lezioni vere e proprie. È utile insegnare le basi del nuoto al bebè anche dal punto di vista della sicurezza. Ogni incidente in piscina può trasformarsi in tragedia per nuotato inesperti. Se hai deciso di insegnare le prime nozioni di nuoto in una piscina pubblica, scegli gli orari meno frequentati, perché i piccolini possono diventare nervosi quando ci sono troppi rumori e persone sconosciute.

Insegnare le prime nozioni di nuoto

La prima abilità che potrai insegnare al bebè è a sentirsi a proprio agio nell’acqua. Questo è sempre un ottimo punto di partenza per ogni programma di nuoto. Puoi cominciare anche prima della piscina, abituando il piccolino a lunghi bagnetti con tanti schizzi. Se i bambini sono abbastanza grandi, anche correre sotto l’irrigatore è molto divertente e li aiuta a sentirsi a proprio agio nell’acqua.

Una volta che il piccolino si sente a suo agio con l’acqua è ora di incoraggiarlo a mettere la testa sott’acqua (ma solo se sono grandi abbastanza). Questo rappresenta spesso il punto di non ritorno, il bebè amerà o odierà l’acqua. Se il bambino si sente a proprio agio a immergere anche la testa, mostra come si fanno le bolle, per insegnargli a non far entrare l’acqua nel naso e nella bocca. Puoi anche mostrargli come si fa, inspirando profondamente, immergendo la parte inferiore del tuo viso in acqua e soffiando con la bocca per creare tante bolle nell’acqua. Il bebè sarà incoraggiato a fare lo stesso per imitazione.

La prossima abilità da insegnare è il galleggiamento. Questa è un’abilità importante, perché consentirà al piccolino di saper galleggiare nel caso dovesse trovarsi da un lato della piscina in cui l’acqua è troppo alta o se dovesse cadere in acqua accidentalmente. Un buon inizio è chiedere al piccolo di immaginare di sdraiarsi nel proprio letto, ma in piscina. Sostenendo delicatamente la nuca con una mano, aiutalo a mettersi a pancia in su e sostieni la schiena con l’altra mano. Quando il piccolo si abituerà alla sensazione di galleggiamento, sposta delicatamente la mano che lo sostiene fino a lasciarlo galleggiare da solo. Ma stai sempre a meno di un metro di distanza.

Ognuno impara con i propri tempi

Magari il tuo piccolo non è ancora pronto per il dorso o il delfino, ma sicuramente potrai già dargli delle buone basi sugli stili di nuoto più semplici per il futuro. Una delle prime abilità è la battuta a crawl.

Porta il bambino al bordo della piscina e mostragli come tenersi al bordo. Fate insieme una gara a chi schizza di più battendo i piedi (lascia che vinca stavolta). Poi prendi una tavoletta, così potrà attraversare la corsia della piscina battendo i piedi. Ripetete l’esercizio tutte le volte che puoi perché impari il movimento. Stai sempre vicina! Non lasciare mai un bambino da solo in piscina.

Poi insegna a nuotare a cagnolino, con questo movimento imparerà a sbattere le gambe e a muovere le braccia per tenere la testa fuori dall’acqua. Una volta imparato anche questo movimento, e se si sente a proprio agio a immergere a testa in acqua, puoi passare agli stili del nuoto formale. Il primo è lo stile libero (o crawl), è anche lo stile più semplice.

Fase 1: con la tavoletta si dovrà esercitare a battere i piedi e a “fare le bolle” con la testa sott’acqua. Insegnagli a girare la testa da un lato e dall’altro per prendere fiato. È importante iniziare con l’aiuto della tavoletta che dà al bambino un senso di sicurezza mentre perfeziona il movimento.

Fase 2: con la tavoletta fra le gambe dovrà utilizzare le braccia per muoversi, sempre ruotando la testa da un lato e dall’altro per prendere fiato.

La fase finale: far sparire la tavoletta e via. A questo punto a volte si dimentica tutto e quindi è meglio stare vicini. Indica al bambino come spingersi in avanti ruotando le braccia con movimento circolare, contemporaneamente sbattendo le gambe. La coordinazione del movimento con il respiro non è semplice, quindi potrebbe essere necessario molto esercizio prima che il piccolo riesca a padroneggiare la tecnica.

Il dorso assomiglia allo stile libero, ma si fa a pancia in su. La difficoltà sta nel fatto che non di non riuscire a vedere dove si è diretti, quindi è meglio rimandare il dorso finché il bebè non sarà diventato un vero pesciolino. Gli stili Delfino o Farfalla e Dorso sono quelli che richiedono una maggiore padronanza tecnica e coordinazione dei movimenti, quindi è consigliabile aspettare qualche anno prima di insegnarli, in modo che il bambino abbia sviluppato una maggiore padronanza in acqua e una migliore coordinazione muscolo-scheletrica.

Grazie alle prime nozioni di nuoto i piccolini possono sentirti più sicuri delle proprie capacità, e dipendere meno dai dispositivi di galleggiamento. La maggior parte dei bambini al sotto dei 3 anni verrà a contatto con l’acqua in un modo o nell’altro nel corso della propria vita. Imparare le prime nozioni di nuoto consentirà di tenerli al sicuro quando si trovano in acqua e sentirsi più tranquilli in prossimità di laghi e piscine. Naturalmente, non importa quanto i tuoi bambini siano abili nel nuoto, devi sempre sorvegliarli quando sono nei pressi dell’acqua, perché gli incidenti accadono in un attimo, bisogna evitarli a ogni costo.

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